Il nuovo romanzo della Saga di Carne

Epilogo degli epiloghi, o inizio di una nuova epopea, che ha al centro l'agnizione di Carne, Fleshback (rezma-tarijn, ovvero "carne tornante" nell'antica lingua di Shitland) intende dimostrare che salvezza e perdizione non sono che due facce della stessa medaglia.

sabato 12 febbraio 2011

Precisazioni

La recente vicenda occorsa a Jason Spengler fornisce qualche ulteriore agevolazione ai lettori del nostro testo, e segnatamente a coloro che hanno letto tutto, fin dall'inizio. A proposito del dualismo presente nella saga, si è già espresso ampiamente il Friulzi (CdC, 16-17), analizzandone gli aspetti paradigmatici. Ma il fatto accaduto evidenzia come il defecare possa essere visto come un atto simbolico equivalente alla negazione esistenziale. In una logica ormai chiara, il culo appare come lo strumento di morte, in quanto è l'organo preposto all'estrusione della merda. Vengono così d affermarsi due nuove categorie: la prima, (Carne=cibo=vita) costantemente polarizzata all'altra (Culo=merda=morte). Ma il culo è di carne, e la carne di cui si tratta è carne di culo. Quindi il protagonista della vicenda è irredimibile da questa antinomia, in quanto reca entrambe le categorie nella sua essenza (secondo Heidegger il nome infonde lo statuto ontologico agli enti). Carne di Culo è quindi un essere-teatro dell'eterno conflitto tra vita e morte, nel quale anzichè combattere, le due entità sembrano negarsi reciprocamente: il culo di carne e la carne di culo sono anche, e soprattutto la vita della morte e la morte della vita. Non possiamo definire senza il minimo dubbio le probabili avversità che si scaglieranno nell'anzitempo avvenire. Pur essendo la vicenda da tempo conclusa, e pur essendo tutte le risposte già contenute nelle storie precedenti, non abbiamo fonti crittografate e non abbiamo alcun mezzo di informazione residente originariamente nei capitoli pregressi. Tuttavia possiamo vagheggiare con quasi il massimo delle nostre incertezze, seguendo anni di studio delle probabilità, che i due punti "Vita" e "Morte" incidenti nella retta, possono interrompere il continuo flusso andante della retta stessa  per via di un terzo. Perciò le dissertazioni lasciano il tempo che trovano: Carne è incompleto nella sua meccanica serialità di stampo posterettile o al massimo euteronomico.
Il suo pensiero nel campo, basato su esperienze personali, è un mitologema autarchico che non può risolversi perchè vive nella dialettica e sopravvive in quanto dialettico. Carne è uno schema, e nessuno schema può trascendere se stesso, come nessuna realtà può essere spiegata facendo riferimento esclusivamente agli elementi presenti all'interno di quella determinata realtà. E' impossibile, perfino per esperti flilosofi e versati umanisti come i sottoscritti, includere in uno schema ciò che fonda lo schema.
Si invitano quindi  i lettori all'ascolto devoto e alla sospensione dei giudizi critici, almeno fino al momento in cui essi non abbiano individuato l'elemento (presente fin dall'inizio) capace di perpetrare l'interpretazione senza il riflesso della comprensione. Risulta evidente che una visione dialettica del nostro racconto non potrebbe far altro che reiterarne lo schema, e quindi prolungarne l'irrisolubilità.

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