Il nuovo romanzo della Saga di Carne

Epilogo degli epiloghi, o inizio di una nuova epopea, che ha al centro l'agnizione di Carne, Fleshback (rezma-tarijn, ovvero "carne tornante" nell'antica lingua di Shitland) intende dimostrare che salvezza e perdizione non sono che due facce della stessa medaglia.

giovedì 10 febbraio 2011

Alma Mater

Mai come a questo punto nello sviluppo caotico dell'odissea carniana si pongono i prologhi per un necessario disvelamento delle identità e dei reciproci rapporti che tra esse intercorrono. Paiono da ogni parte porsi gli epigoni di un percorso agnitivo. Termine, questo, assai controverso e spesso interpretato sbrigativamente, tralasciando le sue profonde prospettive etimologiche sia per quanto si riferisce alla gnosis (conoscenza) della cultura ellenistica, sia per quanto riguarda i riferimenti al sanscrito agni (fuoco). Ma pur volendo rimanere nelle banali letture contemporanee, l'agnizione (dal latino agnitio = riconoscimento) resta pur sempre un topos delle opere narrative o drammatiche, consistente  nell'improvviso e inaspettato riconoscimento dell'identità di un personaggio, che determina una svolta decisiva nella vicenda quando non addirittura il suo definitivo epilogo.
Nella vicenda di cui si va ragionando, che ultimamente Myrddin ha opportunamente associato all'opera omerica, il tutto richiama, parallelamente, le commedie di Plauto*. In queste storie campeggiano equivoci, scambi di persone, fraintendimenti; le trame si ingarbugliano a tal punto che occorre inequivocabilmente scomodare il famoso deus ex machina, cioè una divinità, che scendendo nel mondo umano provoca una agnizione, un totale chiarimento dell’identità di ciascuno e di tutto il resto. Questo espediente letterario pare l'unico in grado di sanare tutti i malintesi e di rimettere tutto a posto senza che alcuno abbia da eccepire alcunché.
L'impianto plautiano è oggi più che mai evidente, soprattutto se si inquadra la vicenda nelle sue tipologie narrative, che sembrano riprese interamente ed acriticamente dal commediografo latino. Va ricordato infatti che l'opera plautiana viene convenzionalmente suddivisa in alcune categorie narrative: le commedie dei sosia, riguardanti gli scambi di persona e i temi dello specchio e del doppio;
le commedie dell'agnizione il cui epilogo prevede un riconoscimento improvviso ed imprevedibile dell'identità di un personaggio;le commedie della beffa, organizzate in scherzi e beffe, bonari o meno; quelle del romanzesco, dove compaiono i temi dell' avventura e del viaggio e le commedie dei Caratteri, contenenti una rappresentazione iperbolica ed esagerata di un personaggio.
La commedia composita infine, (categoria nella quale si vorrebbe includere l'epopea carniana) racchiude al suo interno uno o più elementi delle sopraccitate tipologie.

* Tito Maccio Plauto (255 – 184 a.C.) è stato un commediografo romano. Di origini umbre, venne in gioventù a contatto con il genere dell'atellana. Giunto a Roma, divenne autore e attore di commedie palliatae, e fu il primo tra gli autori drammatici latini a specializzarsi nel solo genere comico.

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