Il nuovo romanzo della Saga di Carne

Epilogo degli epiloghi, o inizio di una nuova epopea, che ha al centro l'agnizione di Carne, Fleshback (rezma-tarijn, ovvero "carne tornante" nell'antica lingua di Shitland) intende dimostrare che salvezza e perdizione non sono che due facce della stessa medaglia.

giovedì 3 febbraio 2011

Chapter 025

Kate, o qualunque cosa o chiunque fosse, scoprì che essere uomo non differiva molto dall'essere donna. Uno ti veniva incontro, ti metteva una mano sul culo e ti baciava in entrambi i casi. Lo lasciò fare fino all'arrivo dell'intervento della sicurezza, un omone grande e grosso che, in termini molto gentili e senza commenti sul fatto che fossero dello stesso sesso, spiegò loro che capiva quello che stava accadendo ma che era anche meglio che le fasi successive si svolgessero in un luogo più appartato. 

"Perchè ti sei travestita da uomo?"
"Non ho potuto farne a meno, ci stanno addosso"
"Ho fame"
"Ti ho risposto, per caso?"
"Sì, ma ho fame"
"Dobbiamo svignarcela"
"Ho fame"
"Tra poco andiamo a mangiare, ma prima ti travesti da donna" gli disse trascinandolo nella toilette dove prima si era liberata dei suoi abiti e della sua parrucca.

Dalla toilette uscì una coppia, lui bello, effeminato, lei bella, effeminata. Nella toilette, steso per terra, privo di sensi, con un livido al centro della fronte, Carne. 

Together, again.

Non era un sogno... stava cadendo, ma come cade una piuma, lentamente, dondolando. La mancanza di gravità gli ricordò tempi lontani, un treno di bario, una 1100 fiat... Aveva tutto il tempo per rimettere insieme le tessere del mosaico, capire perchè l'helleborus foetidus aveva un grande valore e come un'isola dalle coste inglesi si era spostata di fronte a Mont Saint Michel e tante altre storie. Forse alla fine avrebbe capito chi era. 
"Sei sicuro di riuscirci?" disse una voce dietro di lui.
"Non lo so ancora. Chi è colui che vuole saperlo?" disse, voltandosi per vedere chi aveva parlato.
Non c'era nessuno oppure no.
"Qualcuno ha parlato" si disse
"Qui ci sei solo tu" si rispose ed era la verità, perchè l'altro sè stesso stava cercando, sul fondo del pozzo, di contattare senza grande successo il Busy Bee Cafè.


Il suo veleggiare divenne orizzontale, la velocità aumentò considerevolmente finchè, nei pressi di una porta di metallo verniciata di grigio diminuì del tutto. 
"Entro?" si disse
"Oppure esci?" si rispose
"Dipende dai punti di vista.


Senza sapere se stava uscendo od entrando, aprì la porta e si trovò immediatamente su un affollatissimo tapis roulant. ΕΛΕΥΘΕΡΙΟΥ ΒΕΝΙΖΕΛΟΥ era la scritta che si ripeteva ogni cento metri.
"A che punto siamo?" chiese al giapponese che lo precedeva.
"A metà strada" rispose il giapponese
"Quindi l'oracolo non ti ha detto tutto?"
"No. Voleva 200 euro e a me ne erano rimasti solo 100 più un braccialetto, un falso che non vale una cicca"
"E adesso?"
"Rimarrò con i miei dubbi"


Mentre il tapis roulant procedeva dal terminal principale al satellite un uomo elegante, un po' effeminato, li raggiunse e il suo sguardo incrociò quello di Carne. 
"Kate!" pensò.
"E' lei!" si rispose. La prese per la vita, la attirò a sè e le fece scivolare la lingua in bocca, tutto in un decimo di secondo cosa che al giapponese piacque molto e gli permise di scoprire la propria omosessualità. Ora sapeva chi era, non aveva più dubbi, aveva fatto bene ad andare a Delfi, il ricordo della sveltina con quell'uomo effeminato gli aveva aperto gli occhi.

mercoledì 2 febbraio 2011

Chapter 024 - rattlesnakes

Stanz e Venkmann avevano abbandonato i vestiti da mormoni e stavano tornando a Londra. Spengler non sarebbe stato contento. Da quando tutti i suoi tentativi di diventare un magnate dell'industria erano falliti lasciando alle spalle del trio una marea di debiti, Spengler era sceso a patti con il Fondatore. A fronte di un dignitoso compenso (e una mezza promessa di poter rimettere le mani sul Consiglio di Amministrazione della Compagnia del Bario), Lui, Stanz e Venkmann avrebbero dovuto impersonare se stessi in una nuova proiezione delle vicende di Carne, rispolverate unicamente per fornire al pover'uomo un degno epilogo, e ai lettori una degna soluzione di tutte le intricate vicende di cui essi sono a conoscenza.
Ma Spengler era comunque convinto, non si sa se a torto o a ragione, che intorno alle colossali vicende di Carne ci fossero notevoli risorse finanziarie. A occhi e croce, tutta la vicenda di Shitland aveva mosso un volume d'affari di parecchie centinaia di miliardi di dollari... Chi ci aveva guadagnato? Che fine avevano fatto tutti gli investitori? Non sapeva un granchè di finanza, ma sapeva che quando si sparge la voce che ci hanno perso tutti, vuole soltanto dire che ci hanno guadagnato pochissimi... Logicamente, in quei casi, meno si è e meglio è... E un compenso di 10.000 sterline l'anno per lui e 50 per gli altri due, erano bazzecole, in confronto a quanto ci si sarebbe potuto ricavare lavorandoci un po' dietro... L'importante, per ora, era restare nella vicenda, e aspettare il momento opportuno.

Chapter 023 - Shitland?

Era incredibile, ma a Agios Georgios, dopo essere stato un po' al sole il telefono di Carne aveva ripreso a funzionare. Quando giunse sul fondo (Un fondo che inequivocabilmente era composto di cipree cfr. CARNET 127 - Down in the shit) 
nell'atmosfera traslucida, Carne consultò le poche scartoffie bagnate rinvenute nelle tasche. Trovò solo un cartoncino pubblicitario del Busy Bee Café. Non ricordava assolutamente in quali frangenti quel biglietto poteva essere entrato in suo possesso. Comunque compose il numero.
"Hi, her's B-B Cofee, I'm, Casey."
"Ho bisogno di un mezzo di locomozione per spostarmi da qui"
"Un attimo... la sto individuando col gps... hey, cavoli, signore! Ma come diavolo ha fatto ad arrivare lì?"
"Perchè, dove mi trovo, esattamente?"
"... Hello?..."
"D... Dove mi trovo? ...MI sente?"
"...Hello?... Hello?..."
"Cazzo!, MI SENTE?"
"Certo che la sento, e le faccio presente che non deve urlare, il fatto che io la senta o meno, non dipende dal volume della sua voce, ma dall'efficienza dei ripetitori o... del satellite, in questo caso".
"Non mi faccia girare il cazzo, e mi dica dove sono!"
"Hey, amico, tratta bene Casey, altrimenti Casey ti molla nella merda!"

Allora è come al solito, pensò.

Chapter 021 - Niente di nuovo, dunque

"Mi sto stufando, mi sto rompendo i coglioni"
"di che cosa?"
"Di chi, vorrai dire!"
"Di chi?"
"Di te"
"Non ti trattengo"
"No, sei tu che te ne devi andare: sono io che resto, e non ti trattengo"
"E poi da solo cosa fai?"
"Tirerò un grande sospiro di sollievo, e poi finirò da solo la vicenda di Carne, dando una ragione plausibile a tutte le minchiate senza senso che lo costringi a fare, e fornendo alla vicenda un degno epilogo"
"In poche parole, lo vorresti ammazzare. Niente di nuovo, dunque"

Pronunciando queste ultime parole, Colui-Il-Cui-Nome-Non-Può-Essere-Nominato aveva assestato un duro colpo alla polemica messa in piedi dal suo compagno. Ma l'altro, sempre più incarognito dentro la sua sdruscita giacca da camera di seta turchina, non si rassegnava:

"Doveva essere un romanzo introspettivo, sognante... (iniziò a ballare, dopo aver messo sul piatto Gymnopédie di Satie) ... al cui epilogo vi sarebbe stata la soluzione dell'enigma, lo scioglimento dei nodi... Carne alfine sarebbe approdato all'ultima dimora con la dignità dell'eroe, con la conoscenza-esperienza dei saggi, trafitto dall'amore cosmico e redento da se stesso... la carne che torna verbo.
Un ciclo! Un ciclo!!! Un samsara che avrebbe avuto come punto più alto la conoscenza dell'identità di Carne, che avrebbe coinciso con il suo stesso annullamento... Bellissimo!!!"

Grande Merda, sfinito da tante giravolte, si lasciò cadere sul divano, ansimante.

"Hai finito?"
"Dammi qualcosa da bere"
"Dimmi cosa vuoi,  so già che quel che ti porterei non andrebbe bene"
"Cosa mi porteresti?"
"Cognac"
"E sia"
"...Tieni"
"... ma questo è Martell! Mi hai mai visto bere Martell?"
"beh, fanculo"


Outward-bound

"Viene da Delfi?" chiese il tassista alla giovane inglese
"No, vengo da Londra" rispose fiaccamente. Non aveva voglia di parlare. La sveltina con il giapponese era stato un momento di vera tristezza sia per lui che per sè stessa ma non aveva potuto farne a meno.
Il tassista capì l'antifona, si concentrò sulla guida e si preparò ad affrontare i 111 chilometri che lo separavano da Atene e gli altri 33 per l'aeroporto. Fu tentato di impostare il 2 sul tassametro (il prezzo sarebbe raddoppiato, come nelle corse notturne) ma poi si fece intenerire dalla tristezza dipinta sul volto della ragazza.

Tre ore più tardi arrivarono al terminal principale dell'Eleftherios Venizelos. Il tassista, prima di svegliare la sua passeggera, indugiò con lo sguardo sulle cosce della ragazza, represse l'inizio di un'erezione e la toccò scuotendola leggermente, un'imprudenza che per poco non gli fu fatale. Il colpo che ricevette tra gli occhi gli fece perdere conoscenza.

"Meglio così!" pensò Kate

Fece acquisti in un negozio di Piazza Olimpo e poi si diresse al Centro Business dove prenotò una postazione internet.
"Il ragazzo non è più quello di una volta, ormai non riesce a fare nemmeno una sola cosa contemporaneamente, non vale la pena di perdere del tempo, il suo cervello ha subito parecchi reset. La mia missione è finita, torno a Londra e recupero la mia identità" non perse nemmeno il tempo della firma e dopo avere premuto il tasto invio si diresse verso la toilette.

La donna che ne uscì non era nemmeno una lontana parente di quella che era entrata, infatti non era una donna.

martedì 1 febbraio 2011

Εδώ θα βρείτε αυτό που ψάχνετε

100 euro sul comodino e due righe
Bye bye,
Delphi
e una firma
Kate
"Bel risveglio!" si disse Carne.
"Ringrazia il cielo che sei vivo!" si rispose.
"Dove sono?"
"Dalla luce, dal caldo, dal clima secco potremmo essere in Grecia. Non lontano dal mare, dall'odore di salso. In collina, vicino a piante di fico"
"Sei un indovino?"
"Siamo a Delfi"
"Come fai a saperlo?"
"I due vecchi lo hanno detto"
"E qui come sono arrivato?"
"Non hai visto il bliglietto?"
"Kate?"
"Kate!"
"E dove è, Kate?"
"Andata, non hai visto i cento euro?"
"E ora cosa faccio?"
"Vai a vedere il centro del mondo"

Si incamminò, senza fretta. Là dove c'era la fonte di Kastralia (lì ci si purificava prima di consultare l'oracolo) ora c'era un bar. Si purificò con una bella dose di pernod e acqua ghiacciata (l'ouzo non gli era mai piaciuto) e poi proseguì verso il santuario al seguito di una comitiva di turisti giapponesi, o così almeno sembravano. Accelerò e raggiunse l'ultimo della fila.
"Dove state andando?"
"All'oracolo"
"Vi siete purificati?"
"Sì. La guida ci ha detto che è obbligatorio"
"Al bar?"
"Sì, al bar Kastralia"
"E avete bevuto l'acqua della fonte?"
"Sì, quella originale, solo 10 euro al bicchiere"
"Ho capito... e adesso siete pronti per?"
"Per capire chi siamo"
"E' un problema che ho anch'io, posso venire con voi?"
"Nessun problema"

"Dove ho già visto il bracciale del giapponese?" si disse
"Quando?" si ridomandò
"Recentemente"
"Kate?"
"Kate!"

"Dove lo hai preso" disse Carne al giapponese, tenendolo stretto per il collo.
"L'ho comprato, è un pezzo di valore, trafugato da un romano nel 171 a.C."
"Te lo ha venduto una donna?"
"Sì, bella, giovane, inglese, un po' mignotta..."
"Dove?"
"Tra Atene e qui, a mezza strada circa, l'avevano derubata, le servivano i soldi per l'aereo, doveva tornare a Londra"
"E lei ti ha dato il bracciale... e che altro?"
Il giapponese da giallo diventò rosso. Carne ebbe conferma di quello che aveva pensato.

L'oracolo aveva parlato. Carne fece dietrofront e si diresse verso la costa. Avrebbe cercato una barca. Sarebbe arrivato allo stretto di Corinto e di lì all'aeroporto. Trovò presto un piccolo kaiki e si diresse a motore verso il centro della baia. Sembrava che tutto filasse per il meglio quando la barca cominciò a fare acqua.
"Oggi non me ne va bene una!" si disse
"E quando mai?" si rispose

Agios Georgios, di fronte a Galaxidi
Si buttò in acqua e cominciò a nuotare. L'acqua era tiepida, molto salata, di un indaco intenso. Continuò a notare. L'altra costa si avvicinava ad ogni bracciata. Non gli ci volle molto per raggiungerla. Fu difficile arrampicarsi sugli scogli ma ce la fece. Si riposò qualche minuto e cominciò a camminare su un terreno roccioso, del tutto privo di vegetazione. Gli sembrava di essere su un altro pianeta. Il terreno continuava a salire e Carne lo seguì pensando di raggiungere la sommità della collina. Solo quando la raggiunse capì di essere su un'isola, una piccola isola quasi circolare con un diametro di circa 200 metri. A centro, in posizione dominante, una piccola costruzione quadrata, con muri di pietra, alta circa 4 metri, senza ingressi di sorta. Si arrampicò e su una pietra bianca di calcare d'istria lucidata dal tempo fece appena in tempo a leggere Εδώ θα βρείτε αυτό που ψάχνετε che le pietre si sbricolarono e lui cadde all'interno. Si preparò mentalmente all'urto ma non ci fu nessun urto, continuò la sua discesa verso il basso rallentando progressivamente... gli sembrava di volare.

"Dove sono?" si chiese
"In un sogno" si rispose, ma anche questa volta si sbagliava.