Il nuovo romanzo della Saga di Carne

Epilogo degli epiloghi, o inizio di una nuova epopea, che ha al centro l'agnizione di Carne, Fleshback (rezma-tarijn, ovvero "carne tornante" nell'antica lingua di Shitland) intende dimostrare che salvezza e perdizione non sono che due facce della stessa medaglia.

venerdì 28 gennaio 2011

Indicazioni per i lettori

Già dalle prime battute di questa nuova ouverture dell'importante Opera Carniana si impongono alcune riflessioni, dettate precipuamente dalla necessitante conoscenza pregressa per il lettore; conoscenza però che non aiuta in alcun modo a chiarire le prime incognite che emergono nell'enunciazione, solo apparentemente lineare. Si impone quindi una specifica modalità di lettura "ad usum Carnis".  Lettura intesa quindi non come attività di semplice ricezione passiva ma piuttosto sviluppo della capacità di de-costruzione (decodifica) e ri-costruzione del testo, in tutti i suoi aspetti: linguistici, sintattici e contenutistici: individuare quindi la struttura sulla quale l’Opera Carniana si regge, e capire quelle regole e convenzioni che devono essere condivise tra l’autore ed i lettori perché il testo funzioni realmente come forma di ‘discorso letterario’. In quanto tale,  il testo dovrà continuamente essere interrogato da noi, e le risposte che ne ricaveremo, desunte dal testo stesso, ci aiuteranno a comprendere i significati più nascosti. Si partirà dal titolo Fleshback, che può sintetizzare l’opera e determinare già in parte delle attese nel lettore. Equivoca è invece, per definizione, la figura del narratore (o dei narratori), voci parlanti del testo ma anche presenti come personaggi nell’azione (omodiegetici) oppure assenti (eterodiegetici) e non necessariamente coincidenti con gli autori,  persone in carne e ossa che scrivono il romanzo. I personaggi, spesso posti sullo stesso piano ontologico dei narratori, sono prevalentemente "flat characters": esseri piatti come delle fotografie, sempre identici a se stessi, mai modificati dagli eventi, neppure dai più nefasti, come la loro morte. La questione della lettura dei testi narrativi in cui la narrazione assorbe e fagocita sia la vicenda che i personaggi pone alcune delle problematiche che la lettura di un testo complesso produce; conduce cioè alle motivazioni ed alle finalità della lettura. In questa continua ricerca, Fleshback può diventare proprio il migliore manuale narrativo, che ci parla e ci permette, superando la barriera dell’incredulità, di liberarci da tutte le costrizioni che ci impone una qualunque visione della realtà, dopo averci convinto che la realtà è solo un mutevole campo semantico.
L' Opera Carniana è quindi un assoluto capolavoro, al quale Fleshback non può che aggiungere fulgore; è una scrittura definibile come "il testo di pregnanza totale", il mezzo d'elezione per comunicare l'incomunicabile, anche se in effetti si tratta di una comunicazione temporalmente “ritardata”,  dove sta a noi scoprire il messaggio carniano, anche se sempre, costantemente questo messaggio può risultare apparentemente oscuro. Questo significa imparare ad interagire con il testo, ponendoci non passivamente di fronte ad esso, come sempre più spesso mezzi di comunicazione di massa, come la televisione, ci impongono di fare, ma imparare invece ad affrontare un testo letterario convinti non solo di poter ricevere qualcosa dal testo ma anche di essere in grado di dare qualcosa noi ad esso, magari una nuova interpretazione. Ma attenzione! Molto spesso i grandi romanzi tendono ad affrontare enigmi fondamentali o a meditare su interrogativi importanti. L'Opera Carniana non ha nessuno di questi obiettivi. E' forse il primo romanzo della storia che non si propone alcunchè, e in questa totale e assoluta libertà è già contenuta la sua totale e assoluta supremazia linguistica, retorica e semantica, di cui Fleshback sarà il punto di non-ritorno. La Saga di Carne di Culo è l'unica opera la cui completa vacuità tocca il sublime monismo del significante senza significato. Dell'accadente senza accaduto. E soprattutto, e ancor di più, dell'assoluta mancanza di effetti. E' finalmente giunta l'ora di affermare risolutamente che il segno più rimarchevole della grande letteratura, e la cifra elettiva dei capolavori di questo millennio, consisterà nel permettere ai problemi di rimanere tali, senza alcuna pretesa di lenirli o peggio di porvi rimedio.

Anentodio Friulzi

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