Il nuovo romanzo della Saga di Carne

Epilogo degli epiloghi, o inizio di una nuova epopea, che ha al centro l'agnizione di Carne, Fleshback (rezma-tarijn, ovvero "carne tornante" nell'antica lingua di Shitland) intende dimostrare che salvezza e perdizione non sono che due facce della stessa medaglia.

domenica 30 gennaio 2011

Chapter 013 - Minor details



La ragazza continuava a farsi scivolare la schiuma sul seno e a sbattere le ciglia.
Chissà dove diavolo aveva imparato quei comportamenti così sciocchi. Forse pensava di compiacerlo, di rendersi carina. Ma quando lui aveva chiesto alla modella di nudo dell'École Nationale supérieure des Beaux-Arts di passare una serata con lui, pensava che si sarebbe trovato di fronte una tipetta alla Amélie, con il basco, la sciarpa, le calze color pistacchio e un sacco di manie strane. L'avrebbe portata in un bistrot a Montmartre, e per una sera avrebbe finto di essere un turista d'altri tempi, in una Parigi d'altri tempi. Si sarebbero baciati in Place du Tertre con lo sfondo dei quadri, lei si sarebbe innamorata di lui, lui forse anche un po' di lei, poi le avrebbe rivelato di essere ricco, ricchissimo, e l'avrebbe fatta felice. Per una notte, per una settimana, chissà...
Invece le cose erano andate diversamente. Appena salita in macchina, la ragazza si era tolte le mutandine (peraltro microscopiche, e trasparenti), aveva estratto dalla borsetta uno specchietto e aveva subito preparato due striscie, tirandone una con una velocità fulminea  e offrendo l'altra a lui. Poi, senza neanche guardarlo, aveva chiesto di andare al Ritz, dove c'erano delle suite "molto confortevoli". Aveva detto di costare 500 euro, più la coca, che si sarebbe quantificata a cose fatte.
Carnet non aveva detto niente. Aveva solo avviato la macchina verso il Ritz. E' vero, da una parte c'era lo sgretolamento delle sue aspettative, ma dall'altra ci sarebbe stata una serata da solo, a guardare la tv mangiando la solita gelatina di cedro.
Dalla finestra, i rumori un po' ovattati di Place Vendôme si confondevano con il turbolìo sommesso della Jacuzzi. La ragazza era entrata nella vasca dopo essersi scolata una bottiglia e mezza di Laurent Perrier Grand Siecle e una ventina di tartine al foie gras.
Carnet era rimasto in vestaglia, stagliato nel chiarore della finestra, con lo sguardo distante.
"Vuoi che chiami qualche mia amica per ravvivare la serata?" aveva chiesto lei.
Carnet stava per risponderle: "voglio che tu ti rivesta e te ne vada, ti do il doppio di quello che mi hai chiesto, ma sparisci", quando gli venne un'idea.
"Vieni, ti voglio presentare alcuni amici"

La ragazza, così, nuda e insaponata, venne condotta nella stanza. Sgocciolò un po' di bagnoschiuma sul  Kashan Mohtashem e senza alcun pudore prese un Lukum dalla scatola, se lo infilò in bocca e sorrise. Certo, farsi i due vecchi comportava una certa fatica (sapeva solo lei quanta), ma i due giovani incravattati non le avrebbero dato grandi problemi. Ad occhi e croce in una giornata di lavoro avrebbe dovuta cavarsela. Avrebbe chiesto tremila: tutto considerato, un prezzo equo.

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