"Non penserai mica di cavartela riciclando pezzi dei vecchi romanzi!?"
"Cosa ci sarebbe di male?"
"Saremmo pagati due volte per lo stesso lavoro."
"Ripeto la domanda: e cosa ci sarebbe di male?"
"si avvalorerebbe l'idea che gli epiloghi sono già scritti..."
"forse è davvero così"
Carne non riusciva a capire se questo dialogo stesse avvenendo nella sua testa, nella sua memoria, o se invece non stesse provenendo da quella stanza calda e accogliente - anche se invero un po' polverosa - che si trovava al di là di quella porta di rovere, i cui fregi di carattere vittoriano lo irritavano, mostrandogli inequivocabilmente tutta la sussiegosa indifferenza che quell'Inghilterra, che pure lui amava, in quel momento opponeva al suo apparentemente perentorio, ma in realtà quasi disperato richiamo.
Pensò per un attimo che forse aveva sviluppato un pensiero troppo articolato: i lettori contemporanei non possono letteralmente sostenere un periodo che si protragga per più di due righe, e nel quale compaiano degli incisi che interrompono un rassicurante flusso neuronale, abilitato da un costrutto lineare.
Si consolò fugacemente pensando che vi era uno scrittore italiano che lo faceva.
...Carnet di Culo è finito, terminato, terminé.
Vi invitiamo alla lettura del prossimo romanzo, un sequel avvincente a
tinte fosche e non fosche, grondante ...
17 anni fa
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